Il carciofo è una pianta erbacea perenne, alta fino a 1,5 metri, provvista di un rizoma sotterraneo dalle cui gemme si sviluppano più fusti, che all’epoca della fioritura si sviluppano in altezza con una ramificazione dicotomica. Il fusto è robusto cilindrico e carnoso ed è striato longitudinalmente. Le foglie presentano uno spiccato polimorfismo anche nell’ambito della stessa pianta.
I fiori sono riuniti a capolino (detto anche Calatide) di forma sferoidale, conica o cilindrica e di 5-15cm di diametro con un ricettacolo carnoso e concavo nella parte superiore. Nel capolino immaturo l’infiorescenza vera e propria è protetta da una serie di brattee o ipsofillo strettamente embricate, mucronate o spinose all’apice. In piena fioritura le brattee divergono e lasciano emergere i fiori; la parte edule del Carciofo è rappresentata dalla base delle brattee e dal ricettacolo comunemente chiamato cuore.
Esistono diverse varietà di Carciofo:
- Spinoso Sardo;
- Verde di Palermo;
- La mammola verde (Senza spine);
- Precoce di Chioggia;
- Catanese;
- Violetto di Niscemi;
- Romanesco;
- Violetto di Toscana;
- Bianco di Pertosa.
Il Carciofo: storia e cultura
Ortaggio tipico delle aree del Mediterraneo, come attestano gli scritti di alcuni autori antichi, continuò a essere apprezzato all’epoca dei Romani. Notizie più certe sulla sua coltivazione in Italia risalgono al XV secolo, quando dalla zona di Napoli, dove era stata introdotto da Filippo Strozzi, la coltura del carciofo si diffuse prima in Toscana, Caterina dei Medici ne fu una grande consumatrice, e successivamente in molte altre regioni. Questo ortaggio, oltre a essere gradito alla maggioranza dei palati, è sempre stato considerato un rimedio per i più svariati problemi dell’organismo. Il carciofo è molto ricco di ferro, risulta di buon valore nutritivo e di basso apporto calorico.
Per la cultura popolare possiede virtù terapeutiche e salutari grazie alla ricchezza della sua composizione: sodio, potassio, calcio, fosforo, ferro, vitamine (A, B1, B2, C, PP), acido malico, acido citrico, tannini e zuccheri consentiti anche ai diabetici; il carciofo è quindi per la tradizione: tonico, stimolatore del fegato, sedativo della tosse, contribuisce a purificare il sangue, fortifica il cuore, dissolve i calcoli e disintossica.
Clima
Vegeta in un clima mite e asciutto anche se si adatta a climi relativamente freddi. Teme gli sbalzi di temperatura e le brinate.
Terreno
Gradisce terreni di medio impasto, ricchi e profondi con poco scheletro, ma si adatta anche a terreni argillosi o calcarei, torbosi e acidi o addirittura salmastri.
Riproduzione del carciofo
Gli ovuli vengono staccati dalla pianta madre in estate. Si fanno germogliare tenendoli ammassati e inumiditi per un paio di giorni e poi si piantano nell’orto in solchi o buche profonde una ventina di centimetri ad una distanza tra le piante di un metro – un metro e venti minimo negli impianti stabili, mentre negli annuali si possono disporre i carciofi più vicini. Per ottenere una produzione primaverile, i carducci si staccano dalla pianta madre nel mese di ottobre. Si piantano a dimora in una buca profonda, usando le stesse accortezze già dette in precedenza, e con i primi freddi si rincalzano. A primavera si zappano e si concimano al piede e già dal primo anno si potrà avere una produzione soddisfacente.
Quando si raccoglie il carciofo
Le foglie si raccolgono in aprile – maggio, prima della fioritura, recidendole alla base. Il rizoma, con le relative radici carnose, si raccoglie in luglio – agosto; si scava con la vanga e si lava per togliere la terra. Le radici e il rizoma si tagliano a fette dello spessore di un centimetro.
La raccolta
Si effettua recidendo con un taglio netto i capolini fiorali ancora in bocciolo, con le brattee ben serrate. I carciofi si asportano insieme ad una ventina di centimetri di gambo fogliato che, priva dei filamenti esterni, è considerata commestibile.
Proprietà benefiche dei carciofi
Diuretiche, depurative, ipocolesterolemizzanti, coleretiche, protettrici del fegato, digestive, amaricanti.
Principi attivi
Cinarina, glucosidi, tannini, inulina.